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Correlazioni in Medicina



Effetti degli ACE inibitori e dei bloccanti del recettore della angiotensina nei pazienti senza insufficienza cardiaca


Uno studio ha valutato gli effetti degli Ace inibitori e degli inibitori del recettore della angiotensina ( anche detti sartani ) su un composito di morte cardiovascolare, infarto del miocardio e ictus, e su morte per tutte le cause, insufficienza cardiaca di nuova insorgenza e diabete mellito di nuova insorgenza nei pazienti ad alto rischio senza insufficienza cardiaca.

Gli Ace inibitori riducono gli eventi cardiovascolari nei pazienti ad alto rischio senza insufficienza cardiaca, mentre gli effetti dei sartani sono meno certi.

Sono stati raccolti in una meta-analisi 26 studi randomizzati di confronto tra sartani o Ace inibitori versus placebo, che hanno interessato 108.212 pazienti senza insufficienza cardiaca.

Gli Ace inibitori hanno ridotto in modo significativo il rischio di esito composito ( odds ratio, OR=0.830, P=0.001 ), infarto miocardico ( OR=0.811, P minore di 0.001 ), ictus ( OR=0.796, P minore di 0.004 ), morte per tutte le cause ( OR=0.908, P=0.008 ), insufficienza cardiaca di nuova insorgenza ( OR=0.789, P=0.001 ) e diabete mellito di nuova insorgenza ( OR=0.851, P minore di 0.012 ).

I sartani hanno ridotto in modo significativo il rischio di esito composito ( OR=0.920, P=0.005 ), ictus ( OR=0.900, P=0.011 ) e diabete mellito di nuova insorgenza ( OR=0.855, P minore di 0.001 ).

In conclusione, nei pazienti ad alto rischio senza insufficienza cardiaca, gli Ace-inibitori e i sartani sono in grado di ridurre il rischio di esito composito di morte cardiovascolare, infarto miocardico e ictus.
Gli Ace inibitori hanno anche ridotto il rischio di morte per tutte le cause, insufficienza cardiaca di nuova insorgenza e diabete mellito di nuova insorgenza.
Pertanto, i sartani rappresentano una valida opzione per ridurre la mortalità cardiovascolare e la morbilità nei pazienti in cui un Ace inibitore non può essere utilizzato. ( Xagena2013 )

Savarese G et al, J Am Coll Cardiol 2013; 61: 131-142

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